Bella responsabilità

05.12.2017 12:00 di  Fabrizio Pozzi   vedi letture
Michele Marcolini
Michele Marcolini

In questa stagione abbiamo più volte sottolineato i limiti caratteriali dell’Alessandria. Il match di domenica scorsa, però, ha detto qualcosa di diverso ed è doveroso, oltre che gratificante, farlo notare.

Per la prima volta da un episodio negativo è scaturita una reazione. Convinta e convincente. L’espulsione di Gonzalez è arrivata, particolare da non sottovalutare, con la squadra già in svantaggio. Ma proprio allora sono saliti in cattedra Sestu, Cazzola e Marconi su tutti. Ed hanno trascinato i compagni che, finalmente, sono stati capaci di mettere in campo una risolutezza che non eravamo abituati a vedere.

Chi era allo stadio ha apprezzato ed anche saluto alla Gradinata Nord, a fine partita, è sembrato più sincero e sentito del solito. Sia da parte dei tifosi che da parte dei giocatori, e non solo per l’esito positivo di una gara sofferta. Il tutto, comunque, non deve far dimenticare che di fronte c’era il Gavorrano, neopromossa che occupa l’ultimo posto della classifica.

Il match con i maremmani ha fatto prendere atto, speriamo in maniera definitiva, che il mercato estivo è stato quantomeno inadeguato – noi lo sapevamo dal primo settembre (QUI) e le scelte operate da mister Marcolini non hanno fatto altro che confermarlo – perciò è scontato dire che sarà decisiva la sessione invernale del mercato. Il problema è che a gennaio è sempre molto complicato riuscire a produrre miglioramenti significativi. Del resto bisognerà saper pescare tra quei giocatori che non hanno convinto o non hanno trovato adeguato spazio nelle rispettive squadre di appartenenza. Pensate, tanto per dire, quale apporto ad altre cause potrebbero dare quei giocatori dell’Alessandria che, finora, non hanno convinto o non hanno trovato adeguato spazio.

E allora, in questo contesto oggettivamente difficile, il primo che dovrà senz'altro avere voce in capitolo nelle decisioni è proprio Michele Marcolini.

Bella responsabilità, non c’è che dire. Ma vogliamo provare a credere che il resto possa venire di conseguenza.