Il campanile nascosto tra la nebbia 

06.02.2018 08:00 di  Beatrice Bruno   vedi letture
Il campanile nascosto tra la nebbia 
GrigiOnLine.com

Quel prato così freddo sembra quasi riflettere il cielo grigiastro al di sopra. Il 'Moccagatta' d'inverno è sempre uno strano spettacolo. A noi piace: nel suo essere essenzialmente spoglio, nel suo essere essenzialmente brutto. A noi piace: sa di storia, sa di casa, sa di noi. La partita contro il Siena è stata un po’ la conferma del nostro essere nebbiosamente passionali. Questa volta, come da un po’ di tempo a questa parte, anche sul campo. La conferma di quanto il calcio non sia solo un gioco, la conferma di quanto il calcio alla fine sia solo un pretesto.

Un pretesto per unirsi, disgregarsi. Per sentirsi parte di un qualcosa che cresce, per trovare la propria dignità personale in un contesto popolare e renderla assoluta. Per ritornare a immedesimarsi nel carattere di una squadra. Assorbirne i difetti e sentire che la grinta che appartiene a loro, è la grinta che è sempre appartenuta a te.

Arrivare al punto di non essere più una parte del tutto, ma di essere tutti, il tutto stesso. Gli abbracci più belli, le soddisfazioni più grandi, le debolezze di ognuno di noi vengono fuori in momenti come questi. Il boato dopo il gol di Gonzalez non lo si sentiva da un po’.

E poi? Poi ci si ritrova nell'intersezione degli assi. Ci si ritrova sempre nello stesso posto. Nello stesso brutto, spoglio e grigissimo posto. Al 'Moccagatta'. Soffocato dall'architettura provinciale, nel cuore di Alessandria. Soffocata dalla banalità che ci contraddistingue. Banalità rarissima. Siamo fondamentalmente unici essendo semplicemente banali. Quante provincie, quante cittadine insulse perennemente in rosso. Quante mediocri vie, quanti cassonetti pieni sui viali. Eppure il nostro idillio lo immaginiamo così. Il campanile che si nasconde tra la nebbia, i Grigi che giocano con il cuore, una lieve pioggia che ti accarezza le mani gelate, cori che rimbombano fino in centro città.

Sperando di arrivare ai trenta gradi di notte con la giusta carica per godersi così i nostri bei playoff.